Finalmente sono arrivato!
Non c’è di che essere fiero... Il fondo di un bastimento, piccolo mondo nel seno di un grande mondo chiuso, come le pareti del mondo, limita ogni fantasia. Il corpo vive al di sopra della stiva in una indolenza e, una impazienza che non hanno destinazione. E tutto ciò delinea le diverse facce della pigrizia e dell'oblio. Sul mare libertà vuol dire solo assenza. Ma la parola oblio non è l'altro nome della libertà. Meglio: la libertà soltanto conta. Sulle banchine europee di Glasgow dove, ai tempi dello sciopero del carbone, gli uomini non mangiavano tutti i giorni a sazietà, là, si, avvenivano i miracoli, i fatti, e quello che sarebbe stato rottura e promessa di reali incarnazioni. Avevo l'impressione che la vita umana si scoprisse attraverso la rivelazione, quanto misticismo! Ma i giovani della mia età vivevano nell'attesa di chissà che cosa, dei famosi colpi di fulmine dell'avventura: le belle storielle dei nostri bambinai. Non s'incontrano fatti alle svolte delle rotte, ne le virate sono miniere d'oro, non c'è rotta vuota come la pianura della Champagne, e monotona, senza villaggi; e poi, improvvisamente, quando nessuno più ci pensa, quando niente te lo faccia presa- gire, dietro una parete di roccia, ecco quel che aspettavi e che non ha nome. Barnstaple passò da solo, un sabato pomeriggio, per una simile via maestra. Gli scopritori, dei quali ripassando la storia della loro vita si dice che eran nati per qualche cosa, si trovano fra gli uomini prudenti e sedentari, che sanno restare svegli pazientemente, che restano appostati a lungo in qualche luogo e cacciano con precauzione: la verità si centra in un agguato, non è certo una carta che si volti una sera al gioco d'azzardo, dove ogni colpo può essere il vincente. Se vuoi vivere, dovrai ritrovare la perseveranza. Vuoi vivere e passi via come un frammento di stella nella tua notte? Bisognerà fare attenzione ai tuoi giorni e alle tue notti, perché dormendo, chiunque può morire. Puoi morire anche tu, mentre corri. I viaggiatori sono condannati a non vedere che i muri delle case dove invecchiano gli uomini sedentari, muri di tutti i colori, con curiosità soltanto architettoniche. Io fui un simile viaggiatore; ma circolare sui piroscafi incrostati di conchiglie, sui dhows indigeni, dall'una all'altra sponda di questo profondo canale dell' inferno, rimbalzare sui bastioni d' Africa e d' Arabia, questo muoversi disordinato non imita, per molto le forme della libertà. Si sente una specie di sfera di metallo, che gira nell'interno della vita: urta contro gli organi, e quanto più li agita, tanto piu li ferisce. Le finestre son chiuse davanti ai viaggiatori, perché si credono obbligati a consigliare la partenza e il viaggio dovunque vadano; tutti sanno naturalmente che essi sono i nemici di quelli che sono capaci di fermarsi a lungo in una medesima stanza, gli esseri sono chiusi per loro, come dei globi stagnati. Continuano ad andare avanti aspettando la felicità dalla benevolenza del caso, come se quella mescolanza di cause imbrogliate fosse un dio che distribuisse compensi: ma un uomo ostinato, in cui l'amore spontaneo per un luogo e per un tipo particolare di azione e un metodo costante non distruggono le passioni, può essere efficiente nei confronti di queste cause e sbrogliarle. Dunque per FERMARSI, per dire "la mia dimora" senza arrossire, bisogna amare la capacità vera. I viaggiatori sul serio, i veri "evasi" sono i testimoni risibili di un'umana incapacità. Nelle espressioni proverbi ali è contenuta solo qualche magra verità, ma quando ai bambini si dice "la pappa non casca in bocca da sola", si comunica loro una efficace massima, cioè l'idea pura e semplice che gli eventi non cadono dal cielo. I viaggiatori non possiedono, per assicurarsi della propria esistenza, altro che la superficie del proprio corpo, la pelle con i suoi organi sensibili del caldo e del freddo, la vista, l'odorato e l'udito. Non lasciano l'inerzia neppure per andare incontro al- l'amore: le donne sono loro interdette. Non percorrono rotte, le donne; non esiste persona viva piu attaccata al suo luogo e piu paziente di esse, che movendosi appena, compiono azioni profondissime di cui non sanno quasi niente: io conosco una donna che ignora di possedere le ovaie, e che pure ha bambini. I viaggiatori talvolta vanno a letto con le prime che capitano loro a portata di mano, turbate per caso e aperte come si dice lo fossero le giumente in calore ai semi dei venti: ma quelle non li accompagnano, troppo assorte nel loro eterno travaglio, e loro, d'altra parte, non le possiedono e non ne sono posseduti, non hanno che l'usufrutto di corpi ostili alla loro impazienza. Quanta pazienza ci sarebbe voluta per conquistare e conoscere la donna seduta al sole nel giardino di Gezireh, lungo il Nilo ! Viaggiatori, siate sempre più vuoti e tremanti, malati dell'agitazione del vostro malanno! Avrete buon gioco a rassicurarvi ripetendo che siete liberi, che questo almeno non vi sarà tolto. Ma la libertà del mare e delle vie è assolutamente immaginaria: all'inizio dei viaggi assomiglia alla libertà, perché è messa a confronto con l'orrenda schiavitù della vita, che precedeva il mare. Ma ecco a che cosa si riduce: alla possibilità di fare certi movimenti fisici, alla nessuna costrizione di gesti già imposti da altri; a un benessere sconosciuto. Le vie di terra e dei mari hanno scarsa densità di abitanti e quelli che ci vivono, non sono gente che ordini o proibisca questo o quel movimento. Le membra possono esporsi all'aria, prendere aria davvero; nessun gesto, qui, che sia ingombrante, sconveniente, osceno: non una folla che si possa urtare col gomito, non gesti vergognosi che fanno le persone tra la folla, come per esempio: stringere, facendo finta di nulla, le anche, larghe cosi, di una donna; sbirciarsi in tutti gli specchi delle strade per controllare il proprio personaggio; o sputare rapidamente, e voltandosi, dentro il fazzoletto. Si può, con libertà, orinare in mare; ma questi atti, li chiamereste la libertà? La libertà è un potere reale e una reale volontà di esser se stessi: è capacità di costruire, agire, soddisfare tutte le possibilità umane, il cui sfogo dà gioia. I viaggiatori vengono, come tutti gli altri, trascinati in ogni direzione da potenze che nessun oggetto soddisfa: dall'amore senz'amante, dall'amicizia senza amico, dalla corsa senza percorso, dal motore senza movimento, dalla forza che mai è in atto: non oggetti, non prospettive, non occasioni. Liberi, ma come i saggi che paralizzano a una a una le parti dell'umanità e chiamano questa mutilazione "saggezza" ! E’ giunta l'ora di non essere piu stoici, o non avrete piu un cielo dove riacchiappare il tempo. Fuggire, fuggire sempre, per non pensare piu che siete mutilati? Io non faccio della letteratura: ho conosciuto un soldato coloniale mandato alla compagnia di disciplina del Cap Saint-Jacques, che diceva ai suoi giudici, carichi di galloni: "Non posso non cedere alle crisi che mi prendono, a queste fughe che sono le sole colpe che avete da rimproverarmi. Io devo fuggire: è la sola spiegazione che possa dare di quello che voi chiamate la mia abituale cattiva condotta ". > |
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Aden (Yemen) 1932
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Dunque io sono in mare. Penso ciò del mare per trattarlo come si merita, per dirne giustamente il pro e il contro.
C’è quest'assenza, ci sono queste sparizioni, questo eclissarsi degli esseri umani, atti- rati dall'approdo di una nave, come insetti da una lampada, la sera, in campagna, e poi scomparsi, dissolvendosi nel tremore della calura dei banchi corallini. C è una grande presenza, identica a se stessa, greve, un mondo posto di fronte a noi, senza volto, e che allenta i battiti del cuore che si sta ascoltando. Il mare e i deserti, l'elemento mobile come il fuoco e l'elemento apparentemente immobile, queste essenze senza voce, senza bocca, senza sguardo, sfigurate dall'arsura non sono in combutta contro l'uomo: non tengono per lui, non gli sono avverse: egli arriva a concepirle a stento, a forza di misure, con l'aiuto della geometria e di calcoli che trattano estensioni irriducibili: la scienza è semplicemente ciò che ci impedisce di sentirci perduti. Ma immagini, desideri, idee, cadono gli uni dopo gli altri come mosche uccise all'approssimarsi dell'inverno. Libertà? Non era questo vuoto quel che cercavo, ma una capacità vera. E i marinai, che viaggiano come il falegname sega i suoi tronchi? Ci sono ancora dei marinai sul mare, che sono uomini, talvolta. Il capitano Blair compie azioni reali; quando occorre sale senza pensarci fino a una specie di sublime professionale, senza dirsi che è venuto il momento di essere sublime. Ho conosciuto un poeta che era stato giovane di coperta: egli salvava la sua anima eterna ogni volta che lanciava un secchio d'acqua sulle tavole del ponte, la mattina alle cinque. Blair non crede di salvarsi l'anima, ma Blair è comandante: egli lotta contro le cadute del vento, l'arrivo delle burrasche, delle correnti, diffida della linea dei frangenti. Passa regolarmente da un incidente all'altro, senza compiacersene, senza concepire alcuna idea lirica sugli oceani. Sa che càpitano momenti in cui non si debbono girare i pollici, ma prendere delle decisioni e dare degli ordini perché tutto dipende dalla velocità e sicurezza di un numero ridotto di movimenti. E bello da vedere: ce lo immaginiamo mentre egli grida al direttore della sua compagnia e all'armatore: "Silenzio, voialtri! Alle vostre cabine!". Quando il bastimento è nuovo, come è nuovo l'Amin, Blair impara a conoscere ogni oggetto, a sapere come funzionano le pompe a nafta, come questa carcassa obbedisca al timone, come si comporti con le ondate. Ascolta i rumori della nave come un cuore, fino a conoscerla come una donna, fino a disgustarsene come di una vecchia moglie. E completo quando fa il suo lavoro di uomo che ha i suoi nemici nelle carte, nei colori dei fondali, nelle direzioni colorate delle correnti. Allora ha tanti corpi quante unità ha l'equipaggio. Avete mai visto un caporeparto calderaio che comandi la sua squadra davanti alla pressa a stozzare grossi pezzi, o anche un chirurgo mentre opera, senza alcuna c analisi che li separi dalla loro azione ? Blair è così: vive per tutto il tempo che dura la sua azione: ma non ne conosce che una, ed è questa la sua disgrazia. Per il resto del tempo, non ci sono tempeste tutti i giorni, ne porti difficili, egli si annoia, guarda la sua carretta come una prigione, e non riesce a consolarsi trattando il mare da puttana. I sentimentalismi sul mare lo farebbero scoppiare nella sua risata scozzese: il mare è una materia instabile, difficile a trattare, dura a capire, è un cavallo riottoso. Può uccidere con una morte umida, marcescente chi lo dimentica nell' istante in cui bisogna ricordarsi del suo carattere. Blair non scende neppure a terra per contemplare paesaggi: ha fatto scalo a Massaua venticinque o trenta volte e non si cura di sapere se è vero che sia la piu bella baia del mondo, con la sua cerchia di montagne, le sue acque gialle e piatte che trascinano fiumi di sabbia gialla, masse di erba al pari del Rio delle Amazzoni e i frammenti di quell'albero che io che io chiamo "Fiammeggiante". Ma egli sa che il banco di coralli, si estende là fino in mezzo al Mar Rosso. Le istruzioni nautiche gli dicono che questo dedalo di strade, di passaggi, di sentieri sottomarini cambiano di anno in anno. Vede, si, la schiuma sulle scogliere a fior d'acqua, ma non ammira le praterie di zoofiti a venticinque metri da lui con i loro germogli, le loro infiorescenze. Sa solamente che la navigazione non è comoda: la sua azione è diretta là dove può esplicare tutta la sua efficacia. In realtà tutti i marinai si annoiano a morte: Blair, che pensa ai suoi figli scomparsi, ai sommergibili tedeschi incalzati dal suo esploratore nelle nebbie gelate del Mare del Nord verso l'autunno del 1917, Beaton, Hiddleston il macchinista che non sogna altro che l'imbarco su di una nave passeggeri, come un funzionario che aspiri all'avanzamento di grado. Tutti i marinai differiscono meno di quanto si creda dai viaggiatori di commercio che fanno una regione francese su una Renault sei cavalli. ...Io vi dico che tutti gli uomini si annoiano... |
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